La natura come alleata del benessere: una sfida per il real estate

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Nel contesto urbano contemporaneo, la natura non è un lusso estetico, ma una componente essenziale per costruire città più eque, sane e giuste. La crescente urbanizzazione – che oggi vede oltre il 70% della popolazione mondiale vivere in aree urbane – ci pone davanti a una sfida cruciale: trasformare gli spazi urbani in luoghi capaci di promuovere salute, inclusione sociale e resilienza climatica.

Diverse ricerche scientifiche, compreso lo studio pilota The Green Pill che ho condotto su un campione di persone che camminavano nella città di Milano – tutte monitorate con strumenti neuroscientifici (elettroencefalogramma, eye tracker e galvanic skin response) che ci hanno permesso di analizzare le reazioni emotive e cognitive agli ambienti esterni e al contatto con la natura – hanno evidenziato un dato allarmante: vivere in città, rispetto alle aree rurali, aumenta del 21% il rischio di sviluppare disturbi d’ansia e del 39% quello di soffrire di disturbi dell’umore. Con questi dati e consapevolezza, è fondamentale esplorare il profondo legame tra natura urbana e benessere psicofisico, con l'obiettivo di creare città più verdi, sane ed eque.

Non è difficile comprenderne le cause, se consideriamo in molte aree urbane i fattori quali il rumore, l’inquinamento, la scarsità di ombra e la mancanza di spazi verdi accessibili possano ancora ostacolare il benessere quotidiano. L’ambiente urbano, quando non progettato tenendo conto dei bisogni psicofisici delle persone, può diventare una fonte cronica di stress e disuguaglianze. Sebbene molte città stiano già investendo in soluzioni innovative e inclusive, resta evidente la necessità di progettare spazi più attenti ai bisogni psicofisici delle persone. Troppe aree urbane sono ancora caratterizzate da ambienti costruiti per la mobilità e la produttività, più che per il benessere, la connessione sociale e la rigenerazione. Ripensare questi spazi significa anche rafforzare la resilienza delle città agli impatti climatici estremi, come le ondate di calore o le inondazioni urbane, e offrire habitat essenziali per la biodiversità urbana, oggi più che mai minacciata. Una città che integra la natura nei suoi tessuti urbani è una città più pronta ad affrontare le crisi, più viva, più equa.

Molti studi confermano che l’esposizione regolare al verde urbano è associata a livelli più bassi di stress, a un miglior funzionamento del sistema immunitario, a una riduzione delle malattie croniche e a una maggiore longevità. Inoltre, l’evidenza scientifica suggerisce che le città con una maggiore copertura verde registrano tassi più bassi di malattie cardiovascolari, depressione e obesità, riducendo così anche la spesa sanitaria pubblica. I benefici riguardano tutte le fasce d’età: nei bambini migliora lo sviluppo cognitivo, negli adulti favorisce la produttività e la salute mentale, negli anziani riduce il rischio di isolamento e declino cognitivo.

Eppure, nonostante questi benefici siano ampiamente riconosciuti, l’integrazione della natura nel tessuto urbano è ancora spesso trascurata. E questo rappresenta una grande occasione mancata, perché le soluzioni esistono – e funzionano.

Ma per comprendere il vero impatto della natura urbana sulla nostra salute, è utile andare oltre i dati epidemiologici e guardare al funzionamento del nostro cervello. Per esempio, con la ricerca pilota “The Green Pill”, abbiamo voluto esplorare cosa accade a livello neurologico quando una persona si trova in un ambiente naturale, anche all’interno della città. I risultati parlano chiaro: la natura attiva specifiche aree del cervello legate alla calma, all’empatia e alla concentrazione. Anche una breve esposizione a spazi verdi – come un giardino, un viale alberato o una terrazza vegetata – è in grado di generare effetti positivi misurabili a livello neurochimico, abbassando i livelli di cortisolo e migliorando la risposta allo stress.

In altre parole, il verde urbano non è semplicemente “piacevole”: è curativo. Rappresenta una vera e propria infrastruttura della salute mentale e del benessere collettivo.

È da queste evidenze che dobbiamo partire per ripensare il modo in cui costruiamo le città. Il settore immobiliare ha oggi una responsabilità – e un'opportunità – cruciale. Integrare la natura nei luoghi in cui le persone vivono, lavorano e si incontrano non è solo un gesto ambientale: è una leva strategica per migliorare la qualità della vita, aumentare il valore degli immobili, rafforzare la coesione sociale e costruire città più giuste e resilienti.

Ma come può il settore immobiliare trarre vantaggio da questa tendenza? Numerose ricerche hanno dimostrato che gli edifici progettati con criteri di biofilia ottengono un valore di mercato più alto, attraggono più facilmente inquilini e registrano una maggiore soddisfazione da parte degli utenti. Per esempio, l’inserimento di pareti verdi negli uffici può ridurre lo stress e migliorare la concentrazione dei dipendenti, mentre le residenze con accesso a spazi verdi tendono ad avere una domanda più elevata e un turnover inferiore. Inoltre, la creazione di ambienti urbani che favoriscono la biodiversità può avere un impatto positivo sul benessere collettivo, migliorando la qualità della vita e la sicurezza percepita negli spazi pubblici.

Non si tratta semplicemente di aggiungere verde, ma di riprogettare l’intero ecosistema urbano: tetti verdi, pareti vegetali, giardini condivisi, corridoi ecologici e infrastrutture blu-verdi devono diventare parte integrante dello sviluppo urbano.

Il ruolo del settore immobiliare è quindi fondamentale. Creare spazi verdi accessibili non significa solo rispondere a una domanda crescente di sostenibilità, ma anche costruire un valore economico e sociale duraturo. La presenza di verde urbano incide direttamente sulla percezione della qualità della vita e, di conseguenza, sul valore degli immobili. Un progetto che integra la natura non è solo più sostenibile, ma è anche più resiliente alle sfide economiche e ambientali del futuro. Gli investitori stanno iniziando a comprendere che un immobile con una forte componente di verde urbano rappresenta un asset più solido, in grado di mantenere il proprio valore nel tempo.

Ma il vero cambiamento passa attraverso una visione integrata e collaborativa: istituzioni, progettisti, investitori e comunità devono lavorare insieme per promuovere soluzioni che rendano la natura una componente essenziale dello sviluppo urbano. La sfida è duplice: da un lato, è necessario superare le barriere burocratiche e normative che spesso rallentano l’implementazione di progetti innovativi; dall’altro, bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder affinché comprendano il valore strategico della natura in città.

Questa trasformazione richiede politiche urbane lungimiranti e un impegno condiviso tra pubblico e privato. Programmi di incentivi fiscali per lo sviluppo di infrastrutture verdi, regolamenti che favoriscono la creazione di tetti verdi e corridoi ecologici, e piani urbanistici che promuovono la biodiversità sono solo alcune delle strategie che possono accelerare questa transizione. Inoltre, l’adozione di strumenti di misurazione dell’impatto ambientale e sociale degli interventi immobiliari può aiutare a quantificare i benefici derivanti dall’integrazione della natura nelle città.

In definitiva, la sfida non riguarda solo il futuro delle città, ma il benessere delle persone che le abitano. Se vogliamo costruire un futuro urbano più sano e sostenibile, dobbiamo ripensare il nostro rapporto con la natura e riconoscere il suo valore intrinseco nel plasmare spazi di vita più armoniosi e resilienti.

È ora che riportiamo la natura dove è giusto che sia: ovunque.

Non come un elemento decorativo, ma come parte integrante della vita urbana. È tempo di agire, trasformando le città in luoghi in cui la connessione con la natura non sia un privilegio per pochi, ma un diritto fondamentale per tutti.

Dobbiamo iniziare a vedere questo movimento non come una sfida, ma come una straordinaria opportunità. Perché la natura è un win-win: migliora la salute, rafforza le comunità, valorizza gli investimenti e costruisce città più eque, resilienti e vivibili.