Qualcuno dovrebbe inventarlo, il mattone liquido. Non stiamo parlando di una nuova rivoluzionaria tecnologia per costruire case d’acqua, ma di un insieme di caratteristiche che rendano liquido l’investimento immobiliare. Un’invenzione del genere aprirebbe le porte a una prateria sterminata di possibilità nella raccolta di risorse per chi fa sviluppo e investimenti immobiliari, fondi in primis.

Smettendola di vagare col pensiero tra fantatecnologia e fantafinanza, il problema del real estate rimane fermo lì dov’è: i suoi asset sono illiquidi. E questa è quasi una beffa per il Paese con il popolo che più in assoluto vede nel “caro vecchio mattone” l’investimento per eccellenza, quello duraturo, che genera ricchezza e benessere per sé e i propri figli. I meccanismi di raccolta di finanza tra i privati messi in campo finora dal settore non sembrano funzionare: i famosi “fondi immobiliari chiusi retail”, avviati con grande entusiasmo vent’anni fa, non hanno generato risultati brillanti, mentre il mattone quotato rimane su dimensioni asfittiche le quali non possono generare un mercato che sostenga realmente il settore. L’investitore privato ha bisogno di liquidità, della possibilità di entrare e uscire dall’investimento in base al mutare delle proprie personali esigenze. E questo chiude le porte alla possibilità per il real estate di andare ad attingere lì nuova finanza.
Con le banche che, secondo l’ottica prudenziale e orientata alla sostenibilità imposta a livello europeo, si fanno ultraselettive nella scelta delle operazioni da finanziare, dove trovare risorse integrative? Sono diverse le parole chiave di questo ragionamento: fondi di credito, per alcuni una grandissima opportunità inespressa, per altri troppo costosi; gli High-Net-Worth-Individual, su cui i gestori di fondi sono più possibilisti ma che potrebbero comunque essere maggiormente allettati da asset più liquidi; il Crowdfunding, che tanto successo sta raccogliendo tra gli investitori privati ma che fatica ad allacciarsi all’attività di sviluppo operata da soggetti strutturati. A questo si aggiungono tutti gli strumenti della finanza green, per i quali però esistono ancora delle perplessità sui reali benefici che offrono a chi ne usufruisce.
Il “mattone liquido” di cui parlavamo in apertura è ancora ben lontano dai dibattiti esplorativi, ma su tutto il resto ci confronteremo il 21 novembre presso Assimpredil Ance a Milano con il convegno Gli strumenti per finanziare il real estate, organizzato da ilQI per porre a SGR, investitori, sviluppatori, banche e società di servizi una semplice e chiara domanda: dove cercare nuova finanza?

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